Storia di un’intervista in Autogrill: la cronaca di un’intervista inusuale su ciò che facciamo.

E’ un periodo questo, dove si naviga a vista. Ascolto il GR2 alle 6:30 del mattino, per avere un’idea di quale sia la situazione a contorno. Evito la TV, per non restare troppo traumatizzato, a parte un TG serale. Dal punto di vista lavorativo, almeno per noi, da fare ce n’è. Anzi, ce n’è molto. Cerchiamo di impostare con cura un grosso giro di prove che – vista la dimensione – dovremo dividere in tre tornate: maggio, luglio, settembre. E queste sono solo le prove programmabili, manca tutto ciò che – normalmente – salta fuori in itinere. La mia agenda è stracolma, e non di conference call. Per fortuna, posso contare su collaboratori fidati e preparati, che mi aiutano a gestire il carico di lavoro. “Pochi ma buoni” sarebbe ingeneroso, preferisco “giusti e bravissimi”, che mi pare più calzante. Nonostante tutto, il contachilometri dell’auto segna 55.000 chilometri l’anno, con un incremento del 15% rispetto agli anni precedenti. Sono in viaggio sulla A14 diretto da alcuni clienti per monitorare alcuni lavori in corso, dove è necessaria la mia presenza sul campo. Mentre sono in viaggio, vengo contattato da “La Repubblica”, che aveva chiamato in precedenza in ufficio. Hanno notato che operiamo in un ambito particolare, vorrebbero raccontarlo sul giornale. Mi chiedono una disponibilità per una intervista… mhhh, allora, la settimana è cominciata con una prova in streaming di un tetto dal nord della Spagna, una prova in presenza al fuoco, una giornata di acustica, ora vediamo i prossimi giorni: due giorni pieni, domattina alle 3 mi devo collegare con un laboratorio australiano per una prova in streaming di pannelli sandwich, andare da due clienti, la settimana prossima praticamente devo fare il giro d’Italia facendo 2.400 km passando da Calabria, Molise e Romagna… non ci sono molte possibilità, allora mi vien naturale la proposta:

“che ne dice se butto l’ancora, mi fermo e ne parliamo?”

Comincia così un’intervista di una ventina di minuti – in una imprecisata piazzola di Autogrill – nella quale un, devo dire, giornalista molto bravo – ha colto le nostre specificità spiegandole ad un pubblico ben più ampio e per nulla tecnico, rispetto a quello a cui di solito comunichiamo noi. Siamo anche fortunati, o meglio preparati: il nostro sito internet ha molti contenuti da cui pescare svariate informazioni. Il risultato: eccolo qui, al link in fondo alla pagina.

Personalmente sono rimasto sorpreso da come sia stato reso un quadro molto chiaro di ciò che facciamo e di quanto sia specifico il nostro lavoro, oltre a quanto siamo specializzati nel farlo. Da quando è stato pubblicato, oltre ad essere stato anche riproposto per ben tre volte dalla testata, in ufficio c’è un susseguirsi di chiamate per ulteriori interviste. Non a tutte dò corda.

Sono convinto che si faccia – nella normalità delle cose – un uso smodato di termini come “leader”, “eccellenza”, “innovazione” e chi più ne ha, più ne metta.

Ma quando un’ottima penna va a raccontare ad un pubblico non specializzato una realtà che effettivamente contiene quanto viene descritto, credo ne esca un quadro credibile e concreto. Mi piacciono i racconti: ma solo di storie vere fino in fondo.

Grazie quindi a “La Repubblica” per averci dato spazio, dipingendoci così, sapientemente.

Eros Chemolli