Quando si parla di resistenza al fuoco o di reazione al fuoco, nel corso di un incendio?
Dal momento dell’ignizione, che può covare in un tempo più o meno lungo, alla propagazione delle fiamme, si parla di reazione al fuoco. In questa fase risulta determinante il comportamento dei materiali, che “brucino poco”, non gocciolino, fumino poco, per evitare che l’incendio si sviluppi e si propaghi e venga consentito un esodo più ordinato e lungo possibile. Se pensiamo ad esempio alla reazione al fuoco del legno, secondo EN13501 è D S2 d0. Questo acronimo significa che esposto al fuoco brucia (D è una classe che va da A ad F, in ordine crescente di classe), fuma (S va da 1 a 3, sempre in ordine crescente), e non gocciola (d va da 0 a 2).
L’esodo avviene in questa fase, dove è determinante scegliere le giuste strategie, come materiali con una buona reazione al fuoco, porte a tenuta di fumo per facilitare l’esodo, percorsi di fuga ordinati con relative vie d’esodo e mezzi antincendio.
In seguito (parliamo di 5 minuti dalla propagazione delle fiamme, mica due ore…) si arriva al cosiddetto “Flashover“. E’ generalmente definito come la transizione ad un incendio pienamente sviluppato nel quale tutti i materiali combustibili che stanno nel compartimento sono coinvolti nell’incendio soprattutto a causa dell’irraggiamento provocato dai prodotti della combustione. Da lì in poi, le prove di laboratorio simulano la resistenza al fuoco, generalmente la capacità di evitare che l’incendio si propaghi da un compartimento all’altro.
R, E, I
Le porte tagliafuoco sono gli elementi principe della compartimentazione, tantopiù che devono assolvere a molteplici funzioni. Esse infatti sono resistenti al fuoco.
Nella maggior parte dei siti creati con il copia-incolla, troviamo la favolosa definizione R.E.I., Resistenza Ermeticità Isolamento. Qualcosa di epico, come libertè, fraternitè, egalitè. A parte le battute, questa definizione era, in Italia, quella antecedente all’introduzione, nel 2004, della EN1634-1, la norma europea, appunto, con la quale le porte vengono testate.
Nell’impianto europeo, R è la capacità portante, ad esempio, in un muro, la capacità di sostenere un carico nonostante l’incendio per il tempo specificato (Es., R120, o REI120, portrebbe essere la capacità di un setto tagliafuoco per 120 minuti). Non si applica alle porte.
In Italia non è sbagliato definire oggi una porta EI 120, REI 120, in quanto l’articolo 1, comma 4 del il DM 21.06.2004 stabilisce che una porta EI2 120 equivale ad una porta REI 120 secondo la vecchia normativa nazionale. E’ solo obsoleto!
TEST
Le porte tagliafuoco si testano appunto con la EN1634-1. Teoricamente a tutt’oggi le porte interne si potrebbero ancora testare con la UNI 9723.
Per entrambe le prove si simula un “incendio normalizzato“, con la curva di riscaldamento del forno della norma ISO 834.
All’interno della prova si valutano (cliccando qui andate ad un video dove da 8:50 parlo appunto di questo):
Integrità – E
- rotture od aperture di determinata dimensione: la E fallisce se si creano fori passanti, a parte la soglia, con un diametro uguale o maggiore di 25 mm (calibro da 25 mm) oppure se è possibile inserire un calibro da 6 mm in un foro passante e farlo scorrere linearmente per 150 mm in due direzioni senza rovinare le guarnizioni;
- ignizione di un cotton pad – batuffolo di cotone;
- fiamma persistente (più di 10 secondi) nella parte non esposta.
Isolamento termico – I
- Su due livelli, con i suffissi 1 e 2 (2 per il procedimento aggiuntivo). L’isolamento termico ha delle termocoppie centrali al pannello che devono rispettare una differenza di temperatura media di 140 gradi centigradi, le altre termocoppie non devono superare i 180 gradi centigradi. I telai hanno un limite di differenza di temperatura di 180 gradi per telai in legno e 360 per quelli in metallo. Sul pannello, le termocoppie poste a 100 millimetri dal bordo sono quelle della I2. Nella norma europea è determinato un “procedimento aggiuntivo”, dove su richiesta dello “sponsor”, è possibile applicare delle termocoppie a 25 mm dal bordo dell’anta per determinare la tenuta I1. Chiaramente essendo più vicine al bordo, è più difficile rispettare questo parametro. La tenuta I1 è richiesta, ad esempio, nei Paesi Bassi.
CLASSIFICAZIONE
Fatta la prova, la porta viene classificata secondo EN13501-2. Di seguito un esempio di classificazione
EI1 90, EI2 120, E180
Significa che la porta ha mantenuto l’integrità fino a 180 minuti, la I2 fino a 120, la I1 fino a 90 minuti.
DIMENSIONI
Le estensioni dimensionali dipendono dal risultato della prova. Se io testo una porta da 30 minuti e faccio 31 minuti, la massima misura che potrò produrre sarà quella testata.
Se invece faccio 36 minuti, ottengo nel campo di applicazione diretta dei risultati – per le porte a battente – un’estensione del 15% delle misure lineari con un limite del 20% in area.
Ciò significa, che se testo una porta da 1000×2000, per fare i conti semplici, con 31 minuti faccio al massimo quella misura, con 36 faccio al massimo 1150×2300. In realtà questa misura non potrò mai farla perchè entro nel limite del 20% di area. Infatti, l’area del campione sarebbe 2 metri quadrati, di conseguenza quella massima di 2,4 mq. Perciò potrò fare al massimo, ad esempio, 1150×2050 oppure 1040×2300, che sono sotto l’aumento del 20% in area.
Per gli scorrevoli, l’aumento consentito è del 50% delle misure lineari.
I famosi 6 minuti di cui parlavamo prima sono definiti in norma come “extratempo” o “overrun”, come segue:
30 minuti -> 36
60 minuti -> 68
120 -> 132
FINITURE E COMPONENTI
In generale, le pitture possono essere applicate, aumenti di spessore con dei limiti. Alcune delle varianti sono incluse nel campo di applicazione diretta (porte in legno, aumento di spessore per identità di materiali, applicazione sulle facce di laminati e piallacci ornamentali fino a 1,5 mm di spessore).
Anche per quanto riguarda i componenti costruttivi, quali serrature, cerniere, maniglie e chiudiporta, vi sono componenti che vanno testati, altri potrebbero essere sostituiti. In generale tutte le modifiche non incluse nel campo di applicazione diretta dei risultati vanno ricercate nel campo di applicazione estesa dei risultati, andando a completare un EXAP, di cui potete trovare maggiori informazioni nella sezione dedicata del sito.
VETRI
Se si testa un vetro con una misura ridotta può essere realizzata la porta anche senza. Se la misura è grande, la porta viene definita vetrata e potrà essere prodotta solo con il vetro.
ACUSTICA
Molto spesso è richiesto anche un abbattimento acustico. Per conoscere le prove a cui sono sottoposte le porte, visita la sezione FONOISOLAMENTO del nostro sito.
TENUTA AI FUMI
Sta diventando sempre più richiesta la tenuta ai fumi, che si prova con la EN1634-3. Per conoscere le prove a cui sono sottoposte le porte, visita la sezione TENUTA AI FUMI del nostro sito.
VERSI DI APERTURA DA TESTARE
Nelle prove delle porte vengono testati normalmente i due lati, apertura verso il forno ed apertura dal lato opposto del forno. Ci sono dei casi – molto particolari in verità – dove secondo alcuni commi della norma è possibile testare un lato solo. Parliamo di porte ad anta in legno e telaio in legno, simmetriche nella loro composizione dove tutti gli elementi della ferramenta siano già stati testati e le evidenze sono disponibili. In difetto, la porta potrebbe essere definita “monodirezionale” e pertanto adatta a subire l’incendio da un solo lato (una evidente limitazione).
La maggior parte dei forni disponibili sono da 3×3 metri, generalmente in un test si possono provare o due porte ad un’anta in doppia esposizione, oppure una porta a due ante su uno dei due lati da testare.
PASSAGGIO DA PORTE A DUE ANTE A PORTA AD UN’ANTA
Nella prova europea il passaggio da porta a due ante a porta ad un anta è possibile solo – a determinate condizioni – mediante un EXAP (vedi qui per dettagli), mentre con il regime di omologazione ciò è consentito ai sensi del DM 21.06.2004, allegato C, paragrafi 1a, 1b.
PARETI IN MURATURA, CARTONGESSO O SUPPORTI ASSOCIATI
Anche i supporti (pareti) su cui l’elemento viene testato sono importanti. Nella norma sono contenuti dei supporti detti normalizzati, cioè definiti in norma (precisamente, nella EN 1363-1:2012). I supporti previsti sono divisi in due categorie: rigido e flessibile. Per rigido, si intende la muratura, per flessibile, la parete di cartongesso.
Se testo su un supporto non normalizzato, come ad esempio una parete in X-lam, questo verrà inteso come “struttura di supporto associato” e pertanto quella porta si potrà montare nella realtà esclusivamente su quel supporto.
Se testo su un supporto normalizzato rigido o flessibile porte ad anta in legno e telaio in legno, posso passare nella realtà da un supporto rigido ad uno flessibile.
Se testo su un supporto normalizzato flessibile porte ad anta in legno e telaio in metallo, posso passare nella realtà da un supporto rigido, ma non viceversa.
Le porte in metallo, necessitano di testare sia su supporto rigido che su supporto normalizzato (sono due prove). E’ per questo che quando compriamo una porta in metallo, ha un “certificato” diverso se è per muratura o per cartongesso.
COSA SI RICHIEDE NELLA PREVENZIONE INCENDI
Generalmente una struttura ricettiva si sviluppa intorno ad una scala che porta ai piani, la camera caposcala se c’è è una EI60 ad un’anta, le porte che danno sulla scala sono a due ante, con maniglione EI60, le porte delle camere EI30, la porta del ripostiglio EI60. Per quanto riguarda il filo, le porte delle camere aprono verso l’interno della camera, la porta del ripostiglio in fuori.
COSA RICHIEDE IL MERCATO
Personalizzazione, grandi misure, porte a filo, rasomuro, porte che coniughino resistenza al fuoco con fonoisolamento.
COSA TESTARE
Alla luce di quanto sopra, non c’è un giusto ed uno sbagliato. A far bene, bisognerebbe fare 10 test, poi bisogna entrare nel merito della singola azienda e capire quali siano i valori identitari, le linee di produzione, i mercati su cui porsi. Una volta analizzati i prodotti esistenti, ci si può fare un’idea e pensare che testare tutto sia forse troppo, ma intanto cominciare con le tipologie che consentono di entrare nel mercato e di crearsi una posizione da sviluppare poi in seguito.
L’APPORTO DI CHEMOLLI FIRE
Quando si parla di test, mettiamo a disposizione la nostra esperienza ed il nostro KNOW-HOW.
Avendo fatto da sempre questo tipo di attività, in quanto specialisti, ti offriamo una consulenza completa durante tutte le fasi di sperimentazione in laboratorio, dalla progettazione alla documentazione dei risultati.
IL METODO
L’ascolto è la fase più importante della nostra interazione: vogliamo farti sviluppare un prodotto che sia la summa della tua identità e delle tue necessità.
Prima di tutto, cerchiamo di capire le tue reali esigenze, i canali ed i mercati su cui ti vuoi misurare.
Poi ti illustriamo come si svolge il processo di testing e certificazione: abbiamo bisogno di confrontarci con te, per cogliere appieno il tuo punto di vista. Successivamente concertiamo una proposta che rispetti – compatibilmente con le performance richieste – le tue linee di prodotto, le tue linee di produzione e per quanto possibile, le economie di scala potenziali impiegando prodotti e metodologie già consolidate nella tua azienda.
L’EMPATIA
Al di là delle opportunità, che ti illustreremo, ti consiglieremo poi cosa faremmo noi, nei tuoi panni.
Consigliamo con la nostra esperienza in merito a cosa, come e dove testare. In quale laboratorio provare? In quello più adatto alle tue esigenze!
IL PROGETTO
Una volta girata la chiave, predisponiamo un progetto che è esaustivo di tutti i dettagli. Quali materiali e componenti utilizzare, una parte importante del nostro dialogo su cui possiamo consigliarti al meglio. Oltre a questo, una scheda costo ed una previsione di pesi, per permetterti di verificare se i tuoi obiettivi saranno raggiunti. Impiegando le best practices del settore ne siamo convinti.
CONSULENTI ATIPICI: CI FACCIAMO CARICO DELL’ATTIVITA’ DI TESTING
Un consulente dà dei consigli, poi lascia che sia il cliente a metterli in pratica. Noi non siamo così: togliamo la cravatta e ci mettiamo i vestiti da lavoro quando serve. Lanciata la produzione dei campioni, siamo presenti durante l’incollaggio delle porte, offriamo supporto durante le lavorazioni e la ferratura, procediamo noi con i nostri tecnici all’installazione dei campioni in laboratorio e siamo presenti fisicamente al test. Gestiamo la fase di revisione della documentazione post prova, Vi illustriamo la documentazione e restiamo a disposizione per tutte le tematiche legate alla gestione dei risultati.
I risultati delle prove possono poi essere utilizzati per omologazioni, marcature CE, Exap o altre pratiche che trovate nel sito.
APPROFONDIMENTI
- Presentazione / Maurizio Vescovi, Chemolli Fire, “Conoscere le performance delle chiusure per progettare in modo adeguato”
- Video / Corporate video CHEMOLLI FIRE
- Video / Video di Scrigno su prova al fuoco di porta scorrevole EI 30 interno muro
- Video / Test al fuoco porta EI60, a due ante a grandi dimensioni X313 Chemolli Fire
- Video / Test al fuoco porta EI120, 52 dB, modello X314-X318 Chemolli Fire
- Video / Test al fuoco porta EI120, a due ante a grandi dimensioni X387 Chemolli Fire
- Video / Versione con interviste: Test al fuoco porta EI120, a due ante a grandi dimensioni X387
- Referenze / Dicono di noi, Eclisse
- Referenze / Dicono di noi, Flessya
- Referenze / Dicono di noi, Oikos
- Referenze / Dicono di noi, AIP
- Case history / Barausse
- Case history / Garofoli
- Case history / Scrigno
- Case history / Braga
- Case history / L’Invisibile
- Case history / Cisa
- Case history / Iseo













