Con questa normativa possono essere effettuate prove con fumi a media temperatura a 200 °C (Sm) e fumi freddi (Sa). Viene valutata la perdita in metri cubi ora per metro di lunghezza del giunto, fatta eccezione per quello inferiore. E’ un tipo di requisito accessorio per molti mercati quali quello italiano, inglese, tedesco e per gli emirati arabi.
La tenuta ai fumi fa parte delle prestazioni presenti nello standard di prodotto per porte tagliafuoco e tagliafumo EN 16034.
In Chemolli Fire abbiamo effettuato numerose prove di tenuta al fumo.
UN PRESIDIO REALMENTE UTILE
Vorremmo sottolineare che ciò che salva più vite negli incendi, oltre la prevenzione e la formazione, è una corretta e precisa progettazione dell’esodo e gestione della sicurezza. È risaputo che la protezione attiva e passiva servono a dar tempo alle persone di scappare ed ai soccorsi di intervenire, ma chi ha fatto prove al fuoco sa anche che una porta sottoposta ad una prova al fuoco fumerà e che negli incendi si muore di più per effetto dei fumi che bruciati vivi, quindi dovrebbero esserci più porte tagliafumo che tagliafuoco ma in realtà, allo stato, è esattamente il contrario.
INTRODOTTO ANCHE IN ITALIA CON IL CODICE
Recentemente anche il legislatore italiano ha introdotto la tenuta ai fumi dei serramenti, con presidi filtro fumo E 30 Sa, e sempre più saranno richieste. Nel codice di prevenzione incendi è riportato, al paragrafo S.3 (compartimentazione) che “Si applicano le soluzioni conformi per il livello di prestazione II impiegando elementi a tenuta di fumo (Sa) per la chiusura dei vani di compartimentazione fra compartimenti (S.3.2), ovvero, viene lasciata al progettista la facoltà di scegliere il livello III a seguito di valutazione del rischio, che prevede che “tutte le chiusure dei varchi tra compartimenti e vie d’esodo di una stessa attività dovrebbero essere almeno a tenuta di fumi caldi (E) e freddi (Sa). (S.3.3)“
Sempre nel codice, nella strategia S.4, esodo, all’articolo S.4.7 si definisce che “Le vie di esodo verticali devono essere protette da vani con resistenza al fuoco determinata secondo il capitolo S.2 e comunque non inferiore alla classe 30 con chiusure dei varchi di comunicazione almeno E 30-Sa.” Ciò anche se si applica il livello II della strategia S.3 della compartimentazione. Inoltre, tra i requisiti aggiuntivi, si specifica che per Rvita Cii1, Cii2, Ciii1, Ciii2, “tutti i locali dove gli occupanti possono dormire siano compartimentati con classe determinata secondo il capitolo S.2, comunque non inferiore a 30 e con chiusure dei vani di comunicazione E 30-Sa“.
Con questo, nelle scale protette sono sempre necessarie porte E-Sa.
MODELLAZIONE ANTINCENDIO
Nella modellazione di incendio, il parametro fondamentale è RSET, ovvero il tempo necessario per l’esodo degli occupanti.
Le porte a tenuta di fumo “regalano” secondo preziosi all’esodo, affinchè esso possa avvenire più ordinatamente anche tutelando le categorie più deboli.
LA PROVA
La prova va effettuata sul supporto normalizzato oppure sul supporto associato qualora la porta sia da installare poi nella pratica su quest’ultimo. Testando sul supporto flessibile, si ha l’estensione al supporto rigido ma non viceversa.
Si comincia realizzando il supporto ed installando la porta come nella pratica sul telaio di prova. In funzione di come sia strutturato il test rig può essere che l’oggetto in prova sia posto su un telaio spostabile (con un carro ponte) oppure direttamente sul macchinario per il test.
PERDITA DI SISTEMA
Il laboratorio provvede a sigillare le fughe della porta da testare tipicamente con del nastro di alluminio. Il macchinario di prova viene messo in pressione a 10 e 25 Pascal e si rileva il dato della perdita di sistema a temperatura ambiente.
PROVA A TEMPERATURA AMBIENTE
Rimosse le sigillature, esclusa quella della soglia, si riporta la pressione a 10 e 25 Pascal e si verifica che la perdita non sia superiore a 3 metri cubi l’ora per metro lineare di giunto, chiaramente deducendo dagli strumenti la perdita di sistema.
La lunghezza del giunto incide positivamente nel calcolo, ma porte più grandi potrebbero essere più piegate (e quindi aderire peggio alle guarnizioni sul telaio). Analogamente le porte a due ante hanno un conto matematico più favorevole, ma la natura del giunto centrale comporta tipicamente una maggiore perdita e pertanto passar la prova risulta più critico. A questo punto il lato della porta testato potrebbe essere classificato Sa.
LA PROVA A MEDIA TEMPERATURA, 200 GRADI
Si procede poi per quel lato all’effettuazione delle prove a caldo. Si toglie a questo punto la sigillatura della soglia e viene rifatto il ciclo di prova a freddo a 10, 25 Pa, ed anche a 50 Pa, per verificare la tenuta della zona inferiore della porta. Ciò perché nella parte a caldo, la soglia viene testata.
Quindi rilevare una perdita superiore ai limiti o prossima agli stessi a freddo, può far ipotizzare che la prova a caldo darà dei valori di tenuta inferiori. Il nuovo limite però è di 20 metri cubi l’ora di perdita per le porte ad un’anta e di 30 metri cubi l’ora di perdita per le porte a due ante, non rapportati alla lunghezza dei giunti.
Riscaldando la camera a 200 ⁰C per 25 minuti, oltre al tempo di riscaldamento, si possono innescare deformazioni delle ante o dei supporti, riduzione della lunghezza delle guarnizioni in gomma e in rari casi piccole alterazioni delle guarnizioni termoespandenti.
COSA SI PENSA SUCCEDA, COSA SUCCEDE REALMENTE
È opinione comune – raccolta ad esempio a corsi di formazione di progettisti – che per le prove fumi siano determinanti le guarnizioni termoespandenti. Nella nostra esperienza ciò non è assolutamente vero.
La discriminante in tali prove è la tenuta delle guarnizioni di battuta in relazione alle deformazioni dell’anta, e la tenuta della guarnizione inferiore. Normalmente le termoespandenti non fanno a tempo ad innescarsi.
Le ante tendono, come nella prova al fuoco, ad allontanarsi dai bordi del telaio. Le ante in legno tendono ad accorciarsi dal lato esposto, quelle in ferro ad allungarsi. In entrambi i casi le estremità alta e bassa sul lato serratura risultano le più critiche.
Nella prova a cado il limite di perdita non viene più misurato come nella prova a freddo, ma c’è un limite generale di 20 metri cubi l’ora per le porte ad un’anta e di 30 metri cubi l’ora per le porte a due ante, sempre al netto della perdita di sistema. Terminata la prova da un lato si procede a girare il campione secondo quanto consentito dal test rig.
Completate le prove la porta potrebbe essere classificata, se tutto va bene, Sa ed Sm (o S200).
L’APPORTO DI CHEMOLLI FIRE
Quando si parla di test, mettiamo a disposizione la nostra esperienza ed il nostro KNOW-HOW.
Avendo fatto da sempre questo tipo di attività, in quanto specialisti, ti offriamo una consulenza completa durante tutte le fasi di sperimentazione in laboratorio, dalla progettazione alla documentazione dei risultati.
IL METODO
L’ascolto è la fase più importante della nostra interazione: vogliamo farti sviluppare un prodotto che sia la summa della tua identità e delle tue necessità.
Prima di tutto, cerchiamo di capire le tue reali esigenze, i canali ed i mercati su cui ti vuoi misurare.
Poi ti illustriamo come si svolge il processo di testing e certificazione: abbiamo bisogno di confrontarci con te, per cogliere appieno il tuo punto di vista. Successivamente concertiamo una proposta che rispetti – compatibilmente con le performance richieste – le tue linee di prodotto, le tue linee di produzione e per quanto possibile, le economie di scala potenziali impiegando prodotti e metodologie già consolidate nella tua azienda.
L’EMPATIA
Al di là delle opportunità, che ti illustreremo, ti consiglieremo poi cosa faremmo noi, nei tuoi panni.
Consigliamo con la nostra esperienza in merito a cosa, come e dove testare. In quale laboratorio provare? In quello più adatto alle tue esigenze!
IL PROGETTO
Una volta girata la chiave, predisponiamo un progetto che è esaustivo di tutti i dettagli. Quali materiali e componenti utilizzare, una parte importante del nostro dialogo su cui possiamo consigliarti al meglio. Oltre a questo, una scheda costo ed una previsione di pesi, per permetterti di verificare se i tuoi obiettivi saranno raggiunti. Impiegando le best practices del settore ne siamo convinti.
CONSULENTI ATIPICI: CI FACCIAMO CARICO DELL’ATTIVITA’ DI TESTING
Un consulente dà dei consigli, poi lascia che sia il cliente a metterli in pratica. Noi non siamo così: togliamo la cravatta e ci mettiamo i vestiti da lavoro quando serve. Lanciata la produzione dei campioni, siamo presenti durante l’incollaggio delle porte, offriamo supporto durante le lavorazioni e la ferratura, procediamo noi con i nostri tecnici all’installazione dei campioni in laboratorio e siamo presenti fisicamente al test. Gestiamo la fase di revisione della documentazione post prova, Vi illustriamo la documentazione e restiamo a disposizione per tutte le tematiche legate alla gestione dei risultati.
APPROFONDIMENTI
- Guida / Atti del convegno Safety Expo, “Modellazione di incendio con riflessioni sull’esodo”
- Articolo / Aldo Guardini, Roverplastik, “Le guarnizioni di battuta”, tratto dalla “Guida alla marcatura CE di porte interne resistenti al fuoco ed a tenuta di fumo”
- Articolo / Eros Chemolli, Chemolli Fire, “Test di tenuta ai fumi di elementi di chiusura secondo lo standard EN1634-3”, Linkedin Publishing
- Articolo / Eros Chemolli, Chemolli Fire, “Tenuta ai fumi freddi e caldi”, Nuova Finestra
- Presentazione / Christine Schmaus, IFT Rosenheim, “Porte a tenuta di fumi – Requisiti e metodi di prova”
- Presentazione / Maurizio Vescovi, Chemolli Fire, “Conoscere le performance delle chiusure per progettare in modo adeguato”
- Video / Trailer del video del test al fuoco porta EI120, a due ante a grandi dimensioni X387 Chemolli Fire
- Video / Video lungo con interviste porta X387
- Case History / Barausse
- Case History / Braga






